Sfuma il rimorso del gesto mancato
mentre quest'anno diventa passato
e intanto che aspetto la stella cometa
mi fingo un tipo sano
invece tutto... m'inquieta.
Solita vita per niente ribelle
tipo tranquillo che non rompe le balle
ma non vuole capire che in fondo è normale
rinchiudere il futuro in un impiego... statale.
Poi lascio
che affiori quel volto gentile
trasfigurato da troppo presagire
sentirsi a casa sentirsi abbracciati
mi affido a un sorriso
pregusto i suoi baci
una sera d'inverno sta sopra la piazza
ma l'ora è serena la
città si rilassa
son qui ad aspettarti con frasi banali
stordito dai flash di shops
e fanali
travolto da un vortice dolce che è smania di te.
Tra breve è là festa di S. Lucia
saturnale di bimbi e ricordi smarriti
mi piace inventarti da S. Lucia
ed essere il primo dei tuoi preferiti
io sono il somaro che porta i tuoi doni
tu sei la mia mamma che non m'abbandoni.
Riafferro il tuo volto nel punto che muore
di lenti a contatto di strano candore
hai troppo la faccia dei bimbi più buoni
per non adescarmi con nuove illusioni
e poi i denti son belli
mi sembrano quelli
dei blues singers neri
sono gesti e pensieri.
Intanto diventa più isterico il cuore
in questo inseguire miraggi d'amore
ma è un modo per attraversare la vita
se vuoi che la strada sia meno in salita.
Ed il nostro sa bene che sta su un pianeta
che non gli perdona suoi lussi da esteta
ma guarnito di rose sotto i propilei
lui cerca un amore o forse un dolore
o forse un
puericultore
lassìl lé a sircà
che l'è méi.*
[lasciatelo lì a cercare che è meglio]