(1979)

 

Sfuma il rimorso del gesto mancato

mentre quest'anno diventa passato

e intanto che aspetto la stella cometa

mi fingo un tipo sano

invece tutto... m'inquieta.

 

Solita vita per niente ribelle

tipo tranquillo che non rompe le balle

ma non vuole capire che in fondo è normale

rinchiudere il futuro in un impiego... statale.

 

 Poi lascio che affiori quel volto gentile

trasfigurato da troppo presagire

sentirsi a casa sentirsi abbracciati

mi affido a un sorriso

pregusto i suoi baci

una sera d'inverno sta sopra la piazza

ma l'ora è serena la città si rilassa

son qui ad aspettarti con frasi banali

stordito dai flash di shops e fanali

travolto da un vortice dolce che è smania di te.

 

Tra breve è là festa di S. Lucia

saturnale di bimbi e ricordi smarriti

mi piace inventarti da S. Lucia

ed essere il primo dei tuoi preferiti

io sono il somaro che porta i tuoi doni

tu sei la mia mamma che non m'abbandoni.

 

Riafferro il tuo volto nel punto che muore

di lenti a contatto di strano candore

hai troppo la faccia dei bimbi più buoni

per non adescarmi con nuove illusioni

e poi i denti son belli

mi sembrano quelli

dei blues singers neri

sono gesti e pensieri.

 

Intanto diventa più isterico il cuore

in questo inseguire miraggi d'amore

ma è un modo per attraversare la vita

se vuoi che la strada sia meno in salita.

Ed il nostro sa bene che sta su un pianeta

che non gli perdona suoi lussi da esteta

ma guarnito di rose sotto i propilei

lui cerca un amore o forse un dolore

 o forse un puericultore

lassìl a sircà che l'è méi.*

[lasciatelo lì a cercare che è meglio]